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Ucraina due anni dopo

ALESSANDRO MANFRIDI

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4 Marzo 2024

Provo a sintetizzare  le opinioni che ogni giorno mi giungono  da  chi ritiene quella dei negoziati una proposta impraticabile e quella dell’invio delle armi sine die a Kiev l’unica strada percorribile.

Non voglio offendere od attaccare alcuno e rispetto l’idea di chi la pensa in modo diverso da quel che penso io, visto che abbiamo libertà di pensiero e di dibattito.

Personalmente ritengo necessario un cambio di direzione, a due anni dal conflitto in corso.

Queste  le motivazioni di chi ritiene necessario proseguire sulla via delle armi:

1) Putin vuole invadere l’Europa;

2) il popolo ucraino fa la fila per arruolarsi, ogni ucraino vuole andare in prima linea a combattere contro l’invasore russo;

3) i morti civili nel Donbass dal 2014 e dal 2022 provocati dall’utilizzo delle armi ucraine  inviate dalla UE e dagli USA sono filoputiniani, questo è solo un “effetto collaterale” del conflitto;

4) Santoro, Della Valle e tutti i pacifisti sono indifendibili e  filoputiniani o già filosovietici; naturalmente tutti coloro che lavorano per la pace, compresi papa Francesco, don Tonino Bello, Giovanni XXIII, Gandhi e Gesù Cristo… non lo si dice ma lo si pensa;

5) gli accordi ucraino-russi silurati da Biden nel marzo 2022 sono una fake e chiunque è critico verso il main Stream è filoputiniano;

6) parlare di Palestina o allargare il discorso oltre l’Ucraina significa passare di palo in frasca, cambiare argomento e ignorare l’attenzione al nemico mondiale n.1 che abita in Cremlino e che è spalleggiato dai BRICS;

7) se in Ucraina l’uso di bombe a grappolo o di munizioni all’uranio impoverito di provenienza britannica e statunitense rendono radioattivi i terreni è un effetto collaterale necessario;

8) l’Ucraina vincerà e se passeranno ancora anni senza che la Russia sia sconfitta la colpa sarà di noi cittadini occidentali e italiani, che non abbiamo il coraggio di schierarci  e abbiamo l’indecenza di lamentarci perché non arriviamo a metà mese, mentre Zelensky e il suo popolo sta combattendo in vece nostra perché Putin non ci invada.

Sento solo di dire che la pace, in un mondo in guerra, non è solo urgente ma necessaria, in Ucraina, in Palestina come in tante altre nazioni offese dalle logiche dell’industria bellica.

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