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C’è spazio per gli oppressi?

26 Settembre 2024

Un grido di liberazione dal Giubileo 2000 arriva in questo tempo cupo


Una protesta del movimento sudafricano Abahlali baseMjondolo (“Coloro che vivono nelle baracche”) nella provincia KwaZulu-Natal

Se papa Francesco pone la speranza come tema e orizzonte per il prossimo Giubileo da celebrare con cattolici e chi altri voglia nel 2025, la risposta per molti è: “Sì!”. La speranza resta un dono e una virtù data a tutti, dunque, anche a coloro che sono soggetti a contesti e regimi di “oppressione”. Semmai, la domanda, che rischia purtroppo di essere retorica, è: “c’è giustizia per gli oppressi?”

Memorie giubilari. Il 9 e il 10 settembre del 2000 ho partecipato al convegno, promosso dai padri Comboniani nel palazzetto dello sport di Verona, denominato: “Giubileo degli oppressi. Non solo utopia. Per un Millennio senza esclusi”. Di quel convegno sono tuttora rintracciabili le relazioni in rete1.

Ora, ventiquattro anni dopo, ho rintracciato le audiocassette di quelle relazioni e l’idea è stata di condividerle in rete per metterle a disposizione di tutti2, anche in vista di questo prossimo Giubileo, che speriamo possa essere una “vetrina” per riprendere anche le tematiche qui presentate. In effetti, il fondamento biblico dell’Anno Giubilare, questo propone: un anno di “liberazione per gli schiavi”, così come Gesù di Nazareth, leggendo nella Sinagoga il passo del profeta Isaia che presenta questo “Anno santo”, ne proclama il “compimento” legandolo alla sua persona e alla predicazione del suo messaggio evangelico.

Ventiquattro anni fa erano questi gli obiettivi raccolti e proposti al Convegno: assegnazione delle terre ai piccoli contadini, liberazione dalle condizioni di schiavitù, proposta di remissione/cancellazione del debito estero.

Ripercorriamo i contenuti di quelle relazioni.

Tomàs Balduino (1922-2014), Vescovo brasiliano, presidente della Commissione Pastorale per la terra della Conferenza Episcopale Brasiliana, presenta la realtà di sfruttamento del grande latifondo, gli ostacoli alla riforma agraria, la lotta per i diritti sociali dei contadini, la repressione violenta e gli omicidi da loro subiti. Oggi potremmo aggiornare questi drammi aggiungendo gli omicidi subiti dagli indigeni dell’Amazzonia in difesa delle loro foreste, abbattute in maniera industriale per le logiche del libero mercato3.

Anche Scholastica Kimanga da Nairobi ci racconta il percorso compiuto dalle popolazioni cui è stata sottratta la terra, il loro movimento perché venga loro riconosciuta questa terra per poter vivere dei suoi frutti.

Susan George, presidente dell’Osservatorio sulla Globalizzazione, analizza le storture, dati alla mano, delle politiche della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che, soprattutto attraverso fenomeni come quello del debito estero, costringe le Nazioni e le popolazioni del “Sud del mondo” ad un impoverimento sempre più diffuso. Sarebbero necessarie nuove politiche ed una nuova strategia per l’economia mondiale.

Francesco Gesualdi, allievo di don Lorenzo Milani e direttore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, con una relazione magistrale quanto accorata, ci ricorda che gli attuali fenomeni dell’impoverimento della stragrande maggioranza dei popoli a livello mondiale (circa tre miliardi di persone vivono in povertà assoluta, con meno di un dollaro e mezzo al giorno a disposizione per la sussistenza) sono ormai note, come note sono le strade per affrontarle e cercare di risolverle. Ed elenca gli obiettivi e le azioni di resistenza e di desistenza.

La testimonianza di Alex Zanotelli e le domande ai relatori con le relative risposte arricchiscono il dibattito.

Giancarlo Caselli fa un quadro sulla drammatica presenza di immigrati nelle carceri italiane che a livello percentuale numerico ci dice che le politiche di integrazione non sono propriamente lungimiranti. Anche i centri di accoglienza sono, in realtà, delle vere e proprie carceri. Oggi le politiche europee, nordamericane, australiane e italiane si richiamano a una esternalizzazione dei confini, al respingimento, all’innalzamento di muri e ad una crescente xenofobia, senza lavorare sulle cause drammatiche che alimentano i flussi migratori.

Luigi Ciotti nella sua relazione ci ricorda che tutti siamo pronti a parlare di giustizia, di solidarietà, di integrazione sociale, ma i problemi restano drammatici e le politiche per affrontarli del tutto insufficienti.

Nella mattina del 10 un duetto inedito tra Alex Zanotelli e Beppe Grillo, allora non ancora fondatore del futuro Movimento politico sul tema: “Nord/Sud: la realtà, le provocazioni, i sogni”. Moderatore Jean-Léonard Touadi (congolese, giornalista RAI).

Il compito di fare sintesi dei lavori e tracciare le proposte per cammini concreti viene affidato all’intervento di padre Alex Zanotelli. Chiude il convegno un appello finale alle istituzioni e alla società civile italiana.

Oggi, a distanza di ventiquattro anni la speranza sempre viva indicata da papa Francesco per il prossimo Giubileo chiede di confrontarsi con la sete di giustizia che sale come un grido dai “popoli della fame”, come li chiamava Paolo VI nella Populorum Progressio. Che il Giubileo possa davvero essere una finestra per dar voce agli oppressi del nostro tempo

1 https://www.giovaniemissione.it/mondo/verona.htm

2 https://youtube.com/playlist?list=PLHB4t-Wq4_J6df5YXnPpXW1ym6BSC1kw1&si=YMzJc3NJZNbtMXqo

3 https://youtube.com/playlist?list=PLHB4t-Wq4_J6FUYuu82kGdEWHzUi-nC-m&si=9gt8hdLQ2Klp5Hcj

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