Se la profezia è visione che va oltre, quella di Francesco è un’analisi realista che si fa appello
di Alessandro Manfridi
Pubblicato su https://www.glistatigenerali.com/diritti-umani_immigrazione/profezia-no-realismo-puro/
L’intervista realizzata in diretta televisiva con Papa Francesco il sei febbraio sera ci propone una serie di riflessioni.
Al di là di qualsiasi appartenenza religiosa od ecclesiale, il colloquio con il Vescovo di Roma può essere ascoltato da chiunque, dato che gli argomenti sono di ampio respiro ed inducono a varie riflessioni[1].
Francesco è intervistato su tematiche ed eventi sui quali più volte si è espresso.
Migranti, solidarietà, aggressività, impegno a perdonare, futuro della Chiesa, preghiera, amicizia.
Riproponiamo le sue parole a ritroso, spigolando tra le sue affermazioni, con l’invito a seguire l’intervista sulla rete.
L’amicizia è qualcosa di molto importante, gli amici veri sono necessari ed è fondamentale poter contare su di loro.
La preghiera è un’esperienza simile a quella del bambino, che sa di poter contare sul genitore al quale si rivolge. San Paolo stesso ci dice che dobbiamo rivolgerci a Dio come ci rivolgeremmo ad un “papà”. E il bambino stesso, quando pone una domanda al genitore, non attende la sua risposta né la sua risposta è il suo interesse maggiore. Quel che conta per il bambino è stare al centro delle attenzioni di coloro ai quali si rivolge e sapere di essere amato da loro e di poter contare su di loro.
Sul futuro della Chiesa, cita la EVANGELI NUNTIANDI[2] di Paolo VI e il documento di Aparecida[3] ai quali ha attinto per la EVANGELI GAUDIUM[4]. Una chiesa in cammino verso il futuro, una chiesa in pellegrinaggio ma che viene frenata dai suoi peccati di mondanità spirituale che genera il clericalismo e fa crescere la rigidità, dove l’ideologia prende il posto del vangelo. Gli atteggiamenti pastorali da evitare: i il pelagianesimo, che è un andare avanti con le proprie forze e lo gnosticismo che è una spiritualità disincarnata.
Per quel che riguarda il male che tanti uomini fanno, è importante riconoscere che quello del perdono è un diritto che ogni uomo deve ricevere se lo chiede, accanto al pagamento di persona per il male commesso.
La sofferenza subita dai bambini è qualcosa di inspiegabile.
Perché soffrono i bambini? Io trovo una sola strada: soffrire con loro. Su questo è stato un gran maestro Dostoevskij.
Invito a leggere il primo capitolo dell’enciclica FRATELLI TUTTI[5] sul tema delle OMBRE: questo fa un’analisi sui motivi che ci impediscono un vero cambiamento dei problemi sociali.
UN UOMO PUÒ GUARDARE UN ALTRO UOMO DALL’ALTO IN BASSO SOLO QUANDO LO AIUTA A RIALZARSI.
Giocare con i figli, non spaventarsi. Essere vicino, parlare con i figli.
Va educata l’aggressività. Ce n’è una positiva per andare avanti ed una distruttiva che COMINCIA CON LA LINGUA, CON IL CHIACCHERICCIO che nelle famiglie, nei quartieri, DISTRUGGE L’IMPRONTA DIGITALE, L’IDENTITÀ.
«Papà perché il fiume non canta più?» «La verità, figlio mio, è perché il fiume non c’è più!» (Roberto Carlos) Se le cose non cambiano entro trent’anni il mondo sarà inabitabile, dobbiamo prenderci carico della Madre Terra.
Una cosa molto brutta è il girarsi dall’altra parte.
È necessario TOCCARE, FARSI CARICO DELL’ALTRO, se noi non tocchiamo con le mani il dolore della gente non potremo mai capirla.
Coi migranti quello che si fa è criminale. Quando si respingono i poveri si respinge la pace. Questi migranti soffrono, passano nei lager, dopo aver rischiato la vita si vedono respingere. È importante che ogni paese possa dire quanti migranti può accogliere e lo faccia. Un migrante integrato è una risorsa per un paese.
IL MIGRANTE SEMPRE VA ACCOLTO, VA ACCOMPAGNATO, VA PROMOSSO E VA INTEGRATO.
Il fatto che il Mediterraneo sia oggi il cimitero più grande d’Europa ci deve far pensare.
La morte di diciannove migranti per assideramento al confine tra la Grecia e la Turchia è solo uno tra i tanti segnali della cultura dell’indifferenza. C’è un problema di categorizzazione. Ci sono diverse categorie. Al primo posto delle categorie ci sono le guerre, al secondo la categoria delle persone.
Guerra ideologica, guerra di potere, guerre commerciali e tante fabbriche di armi.
Con un anno senza la vendita delle armi si può dare da mangiare e fornire educazione a tutto il mondo.
Francesco ripresenta quelle che sono indicazioni da lui tante volte espresse.
L’impegno sarà non solo quello di pregare per lui e, per chi non crede, non sa o non può almeno di mandargli buoni pensieri, buone ondate.
Il giusto impegno sarà quello di riconoscere la bontà di queste indicazioni e di cercare di farne tesoro, come già tanti già fanno, passo dopo passo.
[1] https://www.raiplay.it/video/2022/02/Sua-Santita-Papa-Francesco—Che-Tempo-Che-Fa-06022022-b952f77e-474f-4d8b-bba2-153e49b646e3.html
[2] https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_exhortations/documents/hf_p-vi_exh_19751208_evangelii-nuntiandi.html
[3] https://it.zenit.org/2007/05/31/conferenza-di-aparecida-riassunto-del-documento-finale/
[4] https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html
[5] https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20201003_enciclica-fratelli-tutti.html